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CAPSULE PER IL CAFFÈ ESPRESSO? UN DANNO AMBIENTALE PLANETARIO (SE NON USI QUELLE COMPOSTABILI).

Le vendite di cialde per farsi il caffè espresso o il cappuccino come al bar da soli a casa con le apposite macchinette hanno superato per la prima volta quelle di caffè solubile e di caffè macinato. Apparentemente innocue ma difficili da riciclare perché composte da strati di materiali diversi e difficilmente separabili, si portano dietro un pesante bagaglio di impatto ambientale.

 
Un trend europeo che si delinea in modo analogo anche in altri paesi, travolti da questa rivoluzione del costume dentro le tazzine di caffè. Ma anche questa, come tutte le rivoluzioni, genera costi e problemi: l’ondata di cialde che finiscono nei cassonetti della spazzatura rappresenta una minaccia per l’ambiente. Un mare di plastica che può impiegare fino a 200 anni a decomporsi.
Sono oltre 10 miliardi le capsule di caffè vendute nel mondo ogni anno. A loro volta generano circa 120mila tonnellate di rifiuti, 70 dei quali solo in Europa e 12mila in Italia.
Per questo le aziende produttrici sono impegnate a modificare il prodotto, usando cialde riciclabili. La Nespresso, leader del settore, promette di usare un 100 per cento di cialde “sostenibili” entro il 2020.
In attesa di una soluzione univoca, in Italia, sono già in commercio alcuni tipi di capsule biodegradabili e compostabili che potrebbero iniziare ad ovviare a un problema progressivamente in crescita.
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Lavazza e Caffè Vergnano al momento, vendono capsule compostabili che si differenziano nella frazione dell’umido. Una volta trattate nei siti di compostaggio, si degradano fino a diventare compost in poche settimane.

Una scelta di sostenibilità che fa la differenza, perché nulla è rifiuto ma tutto torna ad essere risorsa per l’ambiente.