ORGANICO


Scarti e avanzi di cibo, filtri di tè e caffè (con esclusione delle cialde non compostabili per macchine del caffè), tovagliolini, salviette e fazzoletti di carta, fiori secchi e recisi o piccole piante.

Come
L’umido organico deve essere conferito negli appositi contenitori in sacchetti biodegradabili e compostabili, non in sacchetti di plastica.

No
Cialde non compostabili per macchine del caffè, cibi caldi o liquidi, gusci di molluschi, olio, sostanze pericolose, stracci anche se bagnati, vetro, plastica o altre impurità.

guscio-cozzaI gusci di cozze, vongole ed ostriche, ma anche di capasanta, cannolicchio e conchiglie in generale, sono composte principalmente da carbonato di calcio: una composizione estremamente compatta e calcarea di natura inorganica.  Per chi non lo sapesse, lo smaltimento del rifiuto umido/organico è finalizzato all’ottenimento di compost da riutilizzare come fertilizzante naturale.


Per questo i gusci dei molluschi andranno abitualmente gettati nella raccolta
del SECCO/NON RICLABILE.

quale-sacchetto

Quando scegli il sacchetto per l’organico fai attenzione. Se vuoi utilizzarne quelli del supermercato devi sapere che non tutti i sacchetti sono adatti a contenere questo tipo di rifiuto. I sacchetti per l’organico non devono essere soltanto biodegradabili, ma anche compostabili. Non vanno bene i sacchetti in plastica normale (Polietilene PE), quelli in plastica leggera e quelli con diciture generiche come “Amico della natura”.

COME RICONOSCO UN SACCHETTO BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE?

Controlla la dicitura di conformità alla norma UNI EN 13432:2002 cercando sul sacchetto la frase “Sacco biodegradabile e compostabile conforme alla norma UNI EN 13432:2002″, oppure “Sacco utilizzabile per la raccolta dei rifiuti organici” che di solito viene riportata lateralmente o nella zona frontale.

Oppure, cerca sul sacchetto i marchi che attestano la certificazione della biodegradabilità e della compostabilità, come ad es. “OK Compost”, “Compostable” e “Compostabile CIC”, “OK Vincotte”, “Mater Bi”. (vedi foto)